Regia: Terry Gilliam
Cast: David Warner, Sean Connery, Ian Holm, Kenny Baker
Genere: Avventura, Fantastico
"Dio non conosce il potenziale dei microchip!" - Il Male
Kevin è un ragazzo che ama passare le sue giornate leggendo fumetti e libri. I suoi genitori sono piuttosto severi e non gli permettono quasi mai di divertirsi perciò è abituato a vagare spesso con la fantasia. Una sera, prima di addormentarsi, dall'armadio della sua camera sbucano fuori sei nani che affermano di provenire da un'altra dimensione. Essi sono in possesso di una mappa che gli permette di viaggiare nel tempo ma che è di proprietà dell'Essere Supremo, il creatore di tutte le cose, che sta cercando di riaverla indietro. Kevin decide di seguirli in questa bizzarra avventura che li porterà a fronteggiare il Signore del Male fin nei meandri della sua fortezza oscura.
Il regista di questo variegato fantasy è niente di meno che Terry Gilliam, uno dei membri del famoso gruppo comico inglese Monty Python, che fu attivo dal 1969 al 1983, composto da sei menti brillanti la cui comicità fu colta e sottile.
Anche nel film I Banditi del Tempo il regista non si risparmia dall'elargire le sue intelligenti critiche sociali ma le espone con una vivacità visiva molto personale ed accattivante.
La base dello script assomiglia, per certi versi, ai racconti di J.R.R.Tolkien in cui dei piccoli uomini possono cambiare il mondo. Per Tolkien erano gli Hobbit, per Gilliam sono i sei sgangherati e buffi nani che hanno il maestoso compito, come si scoprirà più avanti nel film, di "creare" la natura in nome e per conto dell'Essere Supremo.
Stanchi di questa mansione faticosa i sei rubano la pergamena per viaggiare nel tempo e cosa ne fanno? Decidono di attraversare tutte le epoche storiche per rubare denaro e fuggire nei portali temporali, sfruttando i "buchi" che si aprono tra le dimensioni.
A ben pensare potrebbe sembrare una critica alla società moderna, in fondo non c'è sempre qualcuno che ruba sfruttando i buchi o le falle della legge?
Alla loro avventura si unisce un ragazzo che rappresenta metaforicamente la purezza dell'animo giovanile.
A Kevin non interessa rubare bensì vivere il tempo in cui si trova, che sia contemporaneo o futuro o passato non importa, l'importante è il desiderio di conoscere e di vivere.
Desiderio di vivere la vita da un lato e smania di rubare e accumulare ricchezze dall'altro...Gilliam non risparmia certo sulle critiche, ve l'avevo detto.
Il regista di questo variegato fantasy è niente di meno che Terry Gilliam, uno dei membri del famoso gruppo comico inglese Monty Python, che fu attivo dal 1969 al 1983, composto da sei menti brillanti la cui comicità fu colta e sottile.
Anche nel film I Banditi del Tempo il regista non si risparmia dall'elargire le sue intelligenti critiche sociali ma le espone con una vivacità visiva molto personale ed accattivante.
La base dello script assomiglia, per certi versi, ai racconti di J.R.R.Tolkien in cui dei piccoli uomini possono cambiare il mondo. Per Tolkien erano gli Hobbit, per Gilliam sono i sei sgangherati e buffi nani che hanno il maestoso compito, come si scoprirà più avanti nel film, di "creare" la natura in nome e per conto dell'Essere Supremo.
Stanchi di questa mansione faticosa i sei rubano la pergamena per viaggiare nel tempo e cosa ne fanno? Decidono di attraversare tutte le epoche storiche per rubare denaro e fuggire nei portali temporali, sfruttando i "buchi" che si aprono tra le dimensioni.
A ben pensare potrebbe sembrare una critica alla società moderna, in fondo non c'è sempre qualcuno che ruba sfruttando i buchi o le falle della legge?
Alla loro avventura si unisce un ragazzo che rappresenta metaforicamente la purezza dell'animo giovanile.
A Kevin non interessa rubare bensì vivere il tempo in cui si trova, che sia contemporaneo o futuro o passato non importa, l'importante è il desiderio di conoscere e di vivere.
Desiderio di vivere la vita da un lato e smania di rubare e accumulare ricchezze dall'altro...Gilliam non risparmia certo sulle critiche, ve l'avevo detto.
Ma non finisce qui, il desiderio capitalistico dei sei nanetti li condurrà direttamente nella Fortezza del Male Supremo e qui dovranno fronteggiare il Signore del Male, in una sequenza che riecheggia alla lontana l'arrivo di Dorothy e dei suoi amici alle stanze del sovrano ne Il Mago di Oz, la famosa pellicola del 1939. David Warner incarna una perfetta caricatura del male, capace di uccidere i suoi idioti adepti senza nemmeno accorgersene.
La sua interpretazione è ironica e seria allo stesso tempo, strappa un sorriso al pubblico ma è un sorriso che pone le sue radici nell'amarezza della triste consapevolezza che questo male esiste da sempre e difficilmente sarà sconfitto.
Il regista continua feroce su questa via utilizzando l'imbarazzante quanto efficace arma del grottesco per mettere in ridicolo ogni forma di potere.
Quando giungono dinnanzi a Napoleone scoprono che l'unica cosa che lo diletta è vedere degli uomini più piccoli di lui, già di per sè notoriamente basso di statura, ed egli ride guardando lo spettacolo di marionette e la recita dei nani. Il potente si sente sempre sovrano e superiore al prossimo e non sopporta che qualcuno sia più grande.
Il Signore del Male vuole conquistare il mondo attraverso la tecnologia e così infatti farà anche nella nostra realtà. La famiglia di Kevin, che nella scena finale in cui esplode la loro casa considera più importante salvare il forno a microonde che la vita del loro bambino, è un riflesso di quanto oggi siamo dipendenti dalla tecnologia stessa.
I computer, internet, i cellulari, la televisione, sono tutti strumenti che spersonalizzano gli uomini, affievolendo i loro rapporti sociali reali per catapultarli in una dimensione astratta. E quando gli uomini sono divisi invece che uniti non è forse più facile comandarli?
La sua interpretazione è ironica e seria allo stesso tempo, strappa un sorriso al pubblico ma è un sorriso che pone le sue radici nell'amarezza della triste consapevolezza che questo male esiste da sempre e difficilmente sarà sconfitto.
Il regista continua feroce su questa via utilizzando l'imbarazzante quanto efficace arma del grottesco per mettere in ridicolo ogni forma di potere.
Quando giungono dinnanzi a Napoleone scoprono che l'unica cosa che lo diletta è vedere degli uomini più piccoli di lui, già di per sè notoriamente basso di statura, ed egli ride guardando lo spettacolo di marionette e la recita dei nani. Il potente si sente sempre sovrano e superiore al prossimo e non sopporta che qualcuno sia più grande.
Il Signore del Male vuole conquistare il mondo attraverso la tecnologia e così infatti farà anche nella nostra realtà. La famiglia di Kevin, che nella scena finale in cui esplode la loro casa considera più importante salvare il forno a microonde che la vita del loro bambino, è un riflesso di quanto oggi siamo dipendenti dalla tecnologia stessa.
I computer, internet, i cellulari, la televisione, sono tutti strumenti che spersonalizzano gli uomini, affievolendo i loro rapporti sociali reali per catapultarli in una dimensione astratta. E quando gli uomini sono divisi invece che uniti non è forse più facile comandarli?
Il tema fu toccato anche da George A. Romero nel suo Diary of the Dead, già recensito qui su Cultiki.
Il mondo in cui vive Kevin è molto più reale di quello dei suoi genitori tele-dipendenti proprio perchè è frutto della sua fantasia e in merito a questo tema possiamo citare il bellissimo film La Storia Infinita del 1984 in cui la mancanza di fantasia, ovvero il Nulla, rischiava di distruggere l'universo intero.
Questi e molti altri sono i significati intrinsechi che Terry Gilliam ha voluto inserire in questo suo piccolo capolavoro cinematografico, ognuno di noi può trovarne di nuovi e questo ci sprona a guardare I Banditi del Tempo più di una volta.
Anche le inquadrature sono originali e la telecamera riprende tutto "dal basso" per metterci al livello visivo di Kevin e dei suoi compagni. Alcuni movimenti della macchina da presa verranno ripresi similmente da Peter Jackson, come i veloci primi piani o le prospettive distorte.
I costumi e gli effetti speciali sono a livello di produzione mainstream dell'epoca, eppure il budget stanziato fu di molto inferiore alla media.
Le scenografie sono dettagliate e azzeccatissime e il lavoro eseguito per costruire la Fortezza del Male è davvero maestoso e originale.
Per chi vuole intrattenimento, divertimento e il piacere di guardare un film usando anche il cervello il consiglio è: "Non perdetevelo!".
Il mondo in cui vive Kevin è molto più reale di quello dei suoi genitori tele-dipendenti proprio perchè è frutto della sua fantasia e in merito a questo tema possiamo citare il bellissimo film La Storia Infinita del 1984 in cui la mancanza di fantasia, ovvero il Nulla, rischiava di distruggere l'universo intero.
Questi e molti altri sono i significati intrinsechi che Terry Gilliam ha voluto inserire in questo suo piccolo capolavoro cinematografico, ognuno di noi può trovarne di nuovi e questo ci sprona a guardare I Banditi del Tempo più di una volta.
Anche le inquadrature sono originali e la telecamera riprende tutto "dal basso" per metterci al livello visivo di Kevin e dei suoi compagni. Alcuni movimenti della macchina da presa verranno ripresi similmente da Peter Jackson, come i veloci primi piani o le prospettive distorte.
I costumi e gli effetti speciali sono a livello di produzione mainstream dell'epoca, eppure il budget stanziato fu di molto inferiore alla media.
Le scenografie sono dettagliate e azzeccatissime e il lavoro eseguito per costruire la Fortezza del Male è davvero maestoso e originale.
Per chi vuole intrattenimento, divertimento e il piacere di guardare un film usando anche il cervello il consiglio è: "Non perdetevelo!".
Curiosità:
- La parte iniziale è ambientata in Italia, a Castiglione delle Stiviere, in occasione della battaglia napoleonica del 1796.
- Uno dei sei attori nani, Kenny Baker, è famoso per avere indossato il costume di R2-D2 in Guerre Stellari di George Lucas.
- L'armadio che diviene un portale da attraversare per vivere fantastiche avventure è anche l'idea del romanzo "Il Leone, la strega e l'armadio" di C.S.Lewis. Al cinema è stato adattato anche per il film Le Cronache di Narnia: il leone, la strega e l'armadio del 2005.
- La scena in cui il robot giocattolo di Kevin si attiva da solo durante la notte è simile ad una scena di Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo, diretto da Steven Spielberg.
VOTO: 8/10
VOTO: 8/10