sabato 12 giugno 2010

Drag Me to Hell (2009)

Titolo Originale: Drag Me to Hell (Letteralmente: Trascinami all’Inferno)

Regia: Sam Raimi

Cast: Alison Lohman, Lorna Raver

Genere: Horror





“Non possiamo tentare di comprendere il mondo con il solo intelletto” – Rham Jas

Christine Brown è dipendente in banca e si occupa di prestiti. Vorrebbe avere la promozione a vice-direttore ma deve dimostrare al suo capo che ha le capacità necessarie. L’occasione le si presenta quando entra nel suo studio un’anziana, di nome Sylvia Ganush, per chiedere una proroga al pagamento del mutuo affinchè la banca non si riprenda la sua casa. Christine rifiuta la proroga e la vecchia le lancia una maledizione. Entro tre giorni lo spirito del Capro Nero, detto Lamia, verrà a prenderla per trascinare la sua anima all’Inferno.

Veramente valida l’idea di partenza di questo film, sviluppata attorno alle cupe atmosfere di credenze gitane viste raramente in altri film. Bisogna precisare, però, che qui il demone chiamato Lamia ha le sembianze di un caprone demoniaco evocato da atti di stregoneria mentre nella mitologia Lamia è il nome della regina di Libia che si innamorò di Zeus e da cui ebbe dei figli. La moglie di Zeus si adirò per il tradimento e uccise i figli di Lamia, inducendo quest’ultima ad una terribile vendetta: invasa da una rabbia irrefrenabile iniziò a divorare i bambini delle altre madri e presto il suo corpo prese orribili fattezze metà donna e metà animale.
L’ispirazione per Sam e Ivan Raimi durante la stesura dello script è forse più influenzata da una specifica credenza di alcune comunità zingare, secondo la quale se il morto non è debitamente onorato può tornare in vita sotto forme animali per reclamare vendetta. In effetti la vecchia Ganush, poco dopo l’incontro con Christine, muore. Che sia forse lei stessa il demone Lamia?
Queste considerazioni personali sono di poco conto in quanto la sceneggiatura regge senza difficoltà tutto l’impianto del film destando sempre un certo livello di attenzione. La tensione è ben giostrata da Raimi, che si diverte a giocare con cliché del genere (il motore che non parte proprio quando bisogna fuggire in auto, la maniglia della porta  si muove lentamente quando il demone tenta di entrare e così via…) divertendoci col suo inconfondibile tocco personale. 

A mantenere alta la tensione ci pensa anche il fattore “conto alla rovescia”, tre giorni e non uno di più per scappare da un demone potentissimo ed estremamente determinato a compiere la sua missione.
La scelta degli attori è ben studiata: Christine (Alison Lohman) ci appare come una docile creatura dal viso fanciullesco, capace di terribili nefandezze dietro questa candida facciata; il suo ragazzo Clayton (Justin Long) è altrettanto pulito nei lineamenti e sprigiona tutto il benessere che la sua elevata classe sociale porta con sè, marcando netto il contrasto con i “malvagi” zingari, che poi di malvagio non fanno proprio nulla se non essere maltrattati da una upper class di banchieri.
Ma la vera star di questa pellicola è indubbiamente Lorna Raver nella parte di Sylvia Ganush. Una forza recitativa devastante soprattutto se relazionata all’età dell’attrice, quasi settantenne. In qualunque scena ella compaia eclissa totalmente gli altri attori, incarnando e insieme sprigionando la forza distruttrice della vendetta che incanala nella sua terribile maledizione.
Questa sua interpretazione carica il film di terrore mentre attendiamo di vedere il Capro Nero rivelato. 

Tutto è confezionato con professionalità, anche gli effetti speciali del maestro Gregory Nicotero sono di ottimo livello, ma c’è qualcosa che non va… questo non è il Sam Raimi che conosciamo.
E’ come se il regista non potesse o non volesse esprimersi appieno. Forse per paura di ricadere nel già visto, forse per le pressioni commerciali delle major, forse perchè maturando ha modificato il suo stile… chissà.
Fatto sta che per chi ha visto i suoi capolavori La Casa, La Casa 2 e L’Armata delle Tenebre, rimane una sensazione di insoddisfazione al termine di questa sua opera nonostante vi siano ottimi presupposti.
E’ invece un divertente intrattenimento se non si conosce il limite a cui può spingersi Raimi.

Curiosità:

- Pare che durante un’intervista Sam Raimi avesse dichiarato di voler rendere omaggio al film La Notte del Demonio di Jacques Tourneur del 1957. In effetti la somiglianza con la trama di quest’ultimo film è notevole.

- Sam Raimi appare in un cameo, è uno degli spiriti durante la scena di esorcismo.

- L’automobile di Sylvia Ganush è una Oldsmobile Delta 88 del 1973. Appartiene realmente a Sam Raimi e fu usata anche nei precedenti film La Casa e La Casa 2.

VOTO: 7/10