Titolo Originale: The Warriors (Letteralmente: I Guerrieri)
Regia: Walter Hill
Cast: Michael Beck, David Patrick Kelly, Deborah Van Valkenburgh
Genere: Azione
“Ci siamo battuti un’intera notte per tornare in questa fogna.” – Swan
Cyrus, capobanda della gang più importante di New York conosciuta col nome di “Riffs”, indice una tregua in tutta la città e invita i membri delle altre bande a partecipare ad un raduno. Questi si riuniscono e Cyrus tiene un discorso molto acceso in cui propone una grande alleanza per conquistare la città. Improvvisamente un proiettile lo colpisce al petto ed egli muore sotto gli occhi di tutti. La banda dei “Guerrieri” viene accusata di essere coinvolta nell’omicidio e i suoi membri sono costretti a scappare. La strada da percorrere per tornare nel loro quartiere si trasformerà in una lotta estenuante perchè tutte le bande sono sulle loro tracce con l’unico scopo di ucciderli e vendicare Cyrus.
Sull’onda delle rivoluzioni giovanili post ‘68, il regista Walter Hill viene colto da un lampo di genio sensazionale.
Decide di girare un adattamento cinematografico del libro di Sol Yurick, “The Warriors“, modificandone alcuni aspetti considerato che erano passati ben 14 anni dalla prima edizione del libro, datata 1965. La trama di fondo rimane pressocchè invariata e si ispira a sua volta all’opera “Anabasi” dello storico Senofonte.
In quest’ultima si narra di come diecimila mercenari ellenici, radunati dal comandante Ciro Il Giovane con lo scopo di conquistare la Persia, si ritrovarono in battaglia senza più il loro capo e dovettero ritirarsi marciando fra mille pericoli e trappole per tornare nella loro patria.
Nel film I Guerrieri della Notte si respira a pieni polmoni l’atmosfera giovanile di ribellione alla società, che sfogò tutta la propria rabbia repressa nei movimenti culturali e soprattutto musicali degli imminenti “anni ‘80″.
I giovani si riuniscono in bande, pressocchè tutte di fascia sociale molto povera o emarginata, soprattutto per darsi un’identità e per aiutarsi nel difficile compito di sopravvivere in quelle metropoli che sempre più dividono il popolo per schiavizzarlo.
Vincere questa battaglia, rompere gli schemi e liberarsi dall’oppressione dei potenti è impossibile se non si uniscono le forze in uno scopo comune, mettendo da parte le piccole e poco importanti incomprensioni. Questo è il messaggio che voleva dare Cyrus al suo popolo prima che la caotica follia di un singolo individuo ponesse fine alla sua vita, spegnendo così ogni barlume di luce per il futuro.
Nel film la ribellione viene stroncata da Luther, un personaggio senza scopi precisi, che alla domanda “Perchè lo hai fatto?” risponderebbe tranquillamente “Perchè potevo!”.
Nella realtà invece è diverso, ad impedire agli uomini di modificare il proprio stato di schiavitù ci pensano le spie, i traditori e i corrotti, che giustificano le loro azioni riprovevoli con l’ossessivo culto della divinizzazione del proprio “Io”, al di sopra del quale non esiste nulla e in nome del quale essi sono disposti a distruggere ogni accenno di vita e di civiltà.
Lo stesso triste tema fu toccato anche da Bryan Yuzna nel suo Society-The Horror.
Decide di girare un adattamento cinematografico del libro di Sol Yurick, “The Warriors“, modificandone alcuni aspetti considerato che erano passati ben 14 anni dalla prima edizione del libro, datata 1965. La trama di fondo rimane pressocchè invariata e si ispira a sua volta all’opera “Anabasi” dello storico Senofonte.
In quest’ultima si narra di come diecimila mercenari ellenici, radunati dal comandante Ciro Il Giovane con lo scopo di conquistare la Persia, si ritrovarono in battaglia senza più il loro capo e dovettero ritirarsi marciando fra mille pericoli e trappole per tornare nella loro patria.
Nel film I Guerrieri della Notte si respira a pieni polmoni l’atmosfera giovanile di ribellione alla società, che sfogò tutta la propria rabbia repressa nei movimenti culturali e soprattutto musicali degli imminenti “anni ‘80″.
I giovani si riuniscono in bande, pressocchè tutte di fascia sociale molto povera o emarginata, soprattutto per darsi un’identità e per aiutarsi nel difficile compito di sopravvivere in quelle metropoli che sempre più dividono il popolo per schiavizzarlo.
Vincere questa battaglia, rompere gli schemi e liberarsi dall’oppressione dei potenti è impossibile se non si uniscono le forze in uno scopo comune, mettendo da parte le piccole e poco importanti incomprensioni. Questo è il messaggio che voleva dare Cyrus al suo popolo prima che la caotica follia di un singolo individuo ponesse fine alla sua vita, spegnendo così ogni barlume di luce per il futuro.
Nel film la ribellione viene stroncata da Luther, un personaggio senza scopi precisi, che alla domanda “Perchè lo hai fatto?” risponderebbe tranquillamente “Perchè potevo!”.
Nella realtà invece è diverso, ad impedire agli uomini di modificare il proprio stato di schiavitù ci pensano le spie, i traditori e i corrotti, che giustificano le loro azioni riprovevoli con l’ossessivo culto della divinizzazione del proprio “Io”, al di sopra del quale non esiste nulla e in nome del quale essi sono disposti a distruggere ogni accenno di vita e di civiltà.
Lo stesso triste tema fu toccato anche da Bryan Yuzna nel suo Society-The Horror.
Tornando al film di Hill, tecnicamente non è impeccabile ma sprigiona personalità da ogni inquadratura.
Le luci poco curate e i colori sporchi ci fanno entrare ancora più a fondo nelle buie e marce strade della metropili.
Le musiche, rigorosamente composte con sintetizzatori, evidenziano le scene affidandosi a suoni distorti ed effettati più che a vere e proprie melodie.
I costumi delle bande sono davvero caratteristici e gli attori sono scelti al meglio, in particolare i due protagonisti della pellicola: Michael Beck nella parte di Swan, capobanda dei Guerrieri, e David Patrick Kelly in quella di Luther, leader dei Rogues. Quest’ultimo entrerà nella leggenda per la sua frase: “Guerrieri…giochiamo a fare la guerra?” urlata nella scena della resa dei conti finale.
La tensione è costante per tutto il film, sostenuta anche dalla geniale idea della voce alla radio che narra degli scontri tra le bande che avvengono durante la notte.
Si avverte per tutto il film un mix esplosivo di crudezza, virilità, libertà, sensualità ed energia ribelle e da questo mix è impossibile non venire travolti. I Guerrieri della Notte è diventato negli anni un vero e proprio film Cult e il consiglio rimane uno solo: da vedere assolutamente!
Le luci poco curate e i colori sporchi ci fanno entrare ancora più a fondo nelle buie e marce strade della metropili.
Le musiche, rigorosamente composte con sintetizzatori, evidenziano le scene affidandosi a suoni distorti ed effettati più che a vere e proprie melodie.
I costumi delle bande sono davvero caratteristici e gli attori sono scelti al meglio, in particolare i due protagonisti della pellicola: Michael Beck nella parte di Swan, capobanda dei Guerrieri, e David Patrick Kelly in quella di Luther, leader dei Rogues. Quest’ultimo entrerà nella leggenda per la sua frase: “Guerrieri…giochiamo a fare la guerra?” urlata nella scena della resa dei conti finale.
La tensione è costante per tutto il film, sostenuta anche dalla geniale idea della voce alla radio che narra degli scontri tra le bande che avvengono durante la notte.
Si avverte per tutto il film un mix esplosivo di crudezza, virilità, libertà, sensualità ed energia ribelle e da questo mix è impossibile non venire travolti. I Guerrieri della Notte è diventato negli anni un vero e proprio film Cult e il consiglio rimane uno solo: da vedere assolutamente!
Curiosità:
- Il nome del capobanda dei Riffs, Cyrus, è stato scelto proprio per ricordare il personaggio storico Ciro il Giovane.
- Nella prima stesura della sceneggiatura il personaggio di Vermin doveva essere ucciso da una ragazza della banda delle Lizzies.
- Nella scena del raduno furono chiamate 1000 comparse.
- La scena del combattimento tra i Guerrieri e i Punks nei bagni della metropolitana è l’unica scena del film girata in uno studio e non per strada.
- I camion della troupe e tutte le loro attrezzature furono protette da atti di vandalismo da una vera banda della zona, pagata 500 dollari al giorno e chiamata “The Mongrels”.
- Il film avrebbe dovuto intitolarsi “Strade di Fuoco” ma poi l’idea fu messa da parte e riutilizzata da Walter Hill per un altro suo film.
- La famosa frase “Guerrieri…giochiamo a fare la guerra?” pronunciata da David Patrick Kelly fu, secondo una sua stessa dichiarazione, improvvisata sul momento e non facente parte della sceneggiatura originale.
VOTO: 8/10
VOTO: 8/10