Regia: George Cukor
Cast: Constance Bennett, Lowell Sherman, Neil Hamilton, Gregory Ratoff
Genere: Drammatico
"Maximilian Carey ha scoperto una nuova star!" - Julius Saxe
Mary Evans lavora come cameriera in un locale frequentato spesso da divi del cinema e sogna di poter fare parte un giorno di quel mondo, perciò decide di usare un pò di malizia e di astuzia per farsi notare da qualche personaggio importante.
Il suo piano riesce e Mary fa la conoscenza di Max Carey, un regista sulla cresta dell'onda che decide di farle fare un provino.
Tutto va per il meglio e presto Mary diventa una grande attrice, ma la vita da star porta con sè solitudine e grandi sacrifici, tra cui anche l'amore.
Nonostante si sposi con il giovane milionario Lonnie Borden il suo matrimonio va in frantumi e perfino il suo più grande amico, Max, sta per abbandonarla colto da una profonda crisi depressiva.
A che Prezzo Hollywood è un film che trascina lo spettatore dentro alla storia con la forza e lo fa ridere e piangere e pensare allo stesso tempo, lasciandogli pochi attimi di respiro.
La storia della giovane e semplice Mary era uno scorcio sulla vita dei giovani dell'epoca ma non solo, il sogno di diventare una star è radicato nelle menti di moltissimi ragazzi e ragazze ancora oggi rendendo il film attualissimo nonostante gli 80 anni che lo separano da queste generazioni.
Il bravissimo Lowell Sherman dà vita al personaggio di Max con una vitalità ed un carisma raramente visti sul grande schermo, caricando sulle sue spalle anche il fardello di dover trainare tutto il ciclo emotivo del film.
Infatti Mary anche dopo essere stata travolta dal ciclone degli eventi che l'avrebbe portata a divenire una star rimane sempre molto legata a Max, il suo mentore e amico, ma tra i due si percepisce un erotismo soffocato che li vorrebbe amanti.
Max è un tipo cinico anche se è un vincente, sa cogliere allo stesso tempo l'allegria della vita e la sua assurdità e per questa sua profonda consapevolezza la sua anima è, in realtà, distrutta.
Potrebbe salvarlo da tutto questo l'amore, se non avesse voluto smettere di cercarlo.
Quando infine lo trova lo lascia andare via, guardando allo specchio il proprio viso invecchiare col trascorrere del tempo e aspettando, o meglio desiderando, una fine misericordiosa.
Quando infine lo trova lo lascia andare via, guardando allo specchio il proprio viso invecchiare col trascorrere del tempo e aspettando, o meglio desiderando, una fine misericordiosa.
Anche Mary finge con sè stessa, finge di amare un altro uomo ma l'affetto per Max è così profondo e vero che spesso si confonde con l'amore e la sua vita, trascorsa nel continuo prendere i bivi sbagliati, finirà per essere sommersa di dolore.
Il film ha un ritmo in crescendo che non lascia spazio a distrazioni e si giunge a vedere l'ascesa e la caduta di una star di Hollywood (ma anche di tutto il sistema utilitaristico e spietato che gira attorno ad una produzione cinematografica) in un arco di tempo breve ma così colmo di emozioni che non se ne percepisce realmente la durata.
Tutto il cast lavora con professionalità distinguendo bene i diversi ruoli dei personaggi per giostrare coerentemente l'emotività delle scene.
La sceneggiatura è frizzante e spesso osa dove altri non hanno osato paragonata alle produzioni del suo tempo, in particolare per il ruolo di Constance Bennett, che si trasforma da ragazza semplice e sognatrice a bisbetica indomabile ma dal cuore tenero, un personaggio femminile ribelle e decisamente fuori dagli schemi dei ruoli interpretati dalle sue colleghe.
Alcune trovate sono memorabil, come l'arrivo di Max e Mary alla convention di giornalisti, su un'auto comprata al volo e per giunta col motore a pezzi e fumante!
E dopo aver riso, pianto ed esserci meravigliati della sfarzosità della vita mondana e dopo aver provato simpatia e compassione per Max e a modo suo anche per Lonny, costretto a lasciare Mary perchè non ricambiato del suo amore, e aver tremato al solo pensare che in un mondo di sciacalli come quello qualcuno ci avrebbe lasciato la pelle, rimaniamo con in testa un unico pensiero: nel mondo dei famosi c'è spazio solo per volti, destinati a sparire in un continuo scambiarsi di ruoli. Oggi sei sulla cresta dell'onda, domani sei un perfetto nessuno, ma quanto più sali in alto tanto più dolorosa è la caduta.
E allora ci chiediamo se la vita di Mary non sarebbe stata più gioiosa nel suo semplice ma libero anonimato.
Consigliato a tutti, giovani e non.
Consigliato a tutti, giovani e non.
Curiosità:
- Il ruolo di Mary Evans fu inizialmente offerto a Clara Bow ma quest'ultima rifiutò perchè in trattative più remunerative con la Fox.
- Lowell Sherman si ispirò a sè stesso per modellare il carattere strambo e depresso di Max Carey, infatti anche l'attore nella vita si diceva fosse un alcolista.
- Nel film, come in diversi altri dell'epoca e non solo, vediamo l'attrice di colore Louise Beavers interpretare una cameriera piuttosto impacciata e stupida. Il messaggio che traspare non mette in buona luce le comunità di colore e nemmeno quelle dei bianchi, ma sappiamo tutti come i neri abbiano dovuto conquistare il rispetto con il sacrificio durante gli episodi più violenti della storia degli Stati Uniti. Una sensazione simile, ovviamente spiacevole, l'abbiamo guardando l'attrice Thelma McQueen interpretare la cameriera Vashti nel film Duello al Sole del 1946.
VOTO: 8/10